Il settore asiatico delle criptovalute si è dimostrato vulnerabile agli hacker nordcoreani tanto quanto i settori bancario, petrolifero e del gas.
Secondo l'indagine del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è stato scoperto che gli hacker nordcoreani sono stati coinvolti nel furto di criptovalute e valute legali per un valore totale di seicentosettanta milioni di dollari (670 dollari).
La perdita della sola criptovaluta è stata stimata in cinquecentosettantuno milioni di dollari (571 dollari), che lo stesso rapporto conclude essere il risultato di cinque attacchi informatici agli scambi di criptovaluta in Asia.
Gli esperti hanno concluso che questi crimini informatici erano uno sforzo per superare le sanzioni economiche imposte alla Corea del Nord. Il Consiglio ha esortato i governi membri a contribuire ad alleviare questi attacchi informatici.
Gli esperti hanno riferito che gli attacchi si sono verificati nell’arco di tre anni, iniziando nel 2015 e durando fino al 2018. È degno di nota che le Nazioni Unite avevano precedentemente imposto sanzioni sul commercio altamente redditizio di carbone che la Corea del Nord enjcon la Cina.
Da quindici anni, dall’avvio del programma nucleare, i nordcoreani subiscono sanzioni economiche da parte delle Nazioni Unite.
La criptovaluta, o valuta virtuale, in generale, è un bene redditizio per i nordcoreani. Queste valute sono scarsamente regolamentate dai governi mondiali o non sono regolamentate affatto.
È difficile renderne conto e tracin caso di furto. Secondo U.Today, la Corea del Nord è coinvolta sia nell’estrazione che nel furto di valuta virtuale come mezzo per finanziare lo stato autoritario.
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