Una recentemente scoperta dell'airdrop della soluzione di ridimensionamento di livello 2 di Arbitrum ha comportato la perdita di token per un valore di circa $ 500.000. Si ritiene che l'autore del reato abbia sfruttato gli indirizzi vanity (indirizzi crittografici personalizzati contenenti le parole o le frasi scelte) per reindirizzare i token trasferiti via aerea lontano dai destinatari previsti. I generatori di indirizzi vanity hanno consentito all'hacker di creare indirizzi simili, impedendo ai proprietari originali di rivendicare i propri token ARB.
Diversi utenti di criptovaluta sono rimasti sgomenti nello scoprire che i loro token ARB erano stati rubati e molti si sono rivolti a Twitter per esprimere la loro angoscia. Inoltre, il motivo del furto rimane sconosciuto, lasciando le vittime incerte su quali misure possano intraprendere per recuperare le perdite subite. Inoltre, le persone colpite sono ancora alla ricerca di risposte.
Il rilascio del token giveaway di Arbitrum ha suscitato fermento nella comunità cripto e ha persino causato il crash di alcuni siti Web a causa dell'enorme domanda. Cryptopolitan ha riferito che oltre 400.000 indirizzi hanno rivendicato i propri token Arbitrum, con oltre il 75% di tutti i token rivendicati dagli utenti e 800 milioni di ARB ora detenuti da loro.
La creazione di un vanity address richiede l'uso di software o servizi speciali, che potrebbero potenzialmente compromettere la sicurezza delle chiavi private degli utenti. Tuttavia, se gli hacker riuscissero ad accedere alla chiave privata, avrebbero il potenziale per rubare qualsiasi risorsa crittografica associata a quel particolare indirizzo.
Alcuni indirizzi idonei non hanno potuto rivendicare il proprio token, probabilmente a causa dell'hacking. Tuttavia, questa non è la prima volta che gli hacker perpetrano indirizzi vanitosi. A gennaio, MetaMask ha emesso un avvertimento sull'avvelenamento degli indirizzi nel settore crittografico. È importante che gli utenti rimangano vigili e prendano le precauzioni necessarie quando gestiscono le proprie risorse digitali.