Le agenzie fiscali giapponesi hanno riferito che i trader locali di criptovalute, sia privati che aziende, hanno evitato tasse per un valore pari a 93 milioni di dollari nel corso di diversi anni, fino a marzo 2019.
Il motivo per cui i trader di criptovalute non divulgano le informazioni di trading sono le tasse oltraggiose imposte dal governo sui guadagni delle criptovalute. Le criptovalute in Giappone, sebbene ampiamente accettate nell'economia, sono considerate guadagni vari, ufficialmente tassati al 55%.
Si tratta di una cifra scandalosa anche per gli standard scandinavi e potrebbe spiegare il motivo per cui gli investitori si astengono dal divulgare tali informazioni.
In futuro il governo giapponese tenterà un nuovo sistema per combattere l'evasione fiscale delle criptovalute, richiedendo agli scambi locali di criptovaluta di divulgare informazioni sulle attività e sulle entrate dei propri trader. Le informazioni conterranno nomi e indirizzi.
Molti appassionati di criptovalute hanno definito ciò una violazione di ciò che costituisce la blockchain stessa e la potenziale svalutazione in futuro. Chiunque abbia entrate dalle criptovalute superiori a $ 1.800 all'anno sarà soggetto all'imposta del 55%.
Ci sono entità in Giappone che non sostengono la nuova legge ma sono pronte ad accettarla se la Financial Services Agency (FSA) ridurrà la tassa dall'oltraggioso 55% a un più moderato 20%. Se le tasse dovessero essere ridotte a questo livello, si ritiene che più trader e investitori di criptovalute saranno conformi nel divulgare le informazioni.
Ciò porterebbe a recuperare il 100% del reddito imponibile e non ad affrettarsi per nuove leggi per recuperare i fondi evasi.
Il sistema proposto dal governo verrà lanciato nel gennaio 2020. Ma molti sostengono che sarà la fine degli scambi locali poiché la maggior parte dei trader fuggirà verso società offshore.
Non è noto quale tipo di accordo il governo potrà concludere con i cambi, ma è probabile che abbiano già preso in considerazione questa possibilità.
